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…….Con il caporale che comandava la pattuglia montammo di guardia per 15 giorni come punizione perché gli ufficiali pensarono che noi fossimo coinvolti in questo probabile attentato. Non scoprirono mai però i veri responsabili.
Dopo un po' di tempo mi fecero servente all'obice 105-14 pezzo d'artiglieria alpina, che per chi non lo sapesse è un cannone di grandi dimensioni. Vi erano 3 batterie che possedevano un obice cadauno. Vi erano 6 serventi più un capo pezzo che era un caporal maggiore. Mi ricordo che al mattino svolgevamo l'esercitazione nel cortile della caserma che consisteva nel montare e smontare l'obice, che pesava 13 quintali, in 13 pezzi; il più pesante era la culla inferiore, il pezzo dove scorre la slitta. Quel pezzo pesava 130 kg. I muli che portavano i pezzi erano alti 2 metri e avevano un basto speciale. Per lo scalone della caserma c'era in vista una mia foto (diventata poi famosa) che mi riprendeva con la culla inferiore a spalla. Ora l'originale di quella foto è conservata nell'archivio della Caserma di Fossano. A Saluzzo il mio scaglione fece un filare nuovo per i muli: sotto l'esercito si ha più cura dei muli di chi li conduce. Caricati i muli sul treno si andò a Roma per partecipare alla sfilata in onore della Festa della Repubblica Italiana del 2 giugno. A trasportare la culla inferiore dell'obice vi erano solo due muli che si chiamavano Castrata e Marisa.
Un giorno, durante un'esercitazione in caserma, mentre si caricavano i pezzi sopra i muli accadde che una mula si spostò repentinamente e il pezzo cadde per terra nel bel mezzo del cortile. In quell'anno (era il 1963 ) venne a fare visita una delegazione della Regina Elisabetta d'Inghilterra: vi erano ben quattro ufficiali e due sottufficiali. Alla delegazione facemmo vedere i pezzi smontati dell'obice sia sui muli che a spallar da tutti noi serventi. Il mio pezzo pesava 130 kg e tutti gli altri 100 kg. Era una bellissima giornata di primavera: tutti schierati nel cortile, muli e serventi insieme demmo il via all'esercitazione. Alla "Mario Musso" vi erano due grandi cortili: il primo veniva chiamato "Cortile d'onore" perché c'è il monumento ai caduti della 1° e della 2° Guerra Mondiale. Il cortile era pietrificato. Con il pezzo a spallar feci un giro nei due cortili. Il mulo che mi portava la cassetta dei pezzi di puntamento dell'obice si spaventò e scappò via dal suo conducente, lasciando tutti i pezzi in giro che dovemmo raccogliere. Organizzammo anche una gara tra le varie batterie per vedere chi riusciva a mettere in posizione l'obice nel più breve tempo. Noi lo mettemmo in posizione anticarro in 1 minuto e mezzo vincendo la gara. Dopo quell'impresa ricevemmo una licenza premio di 10 giorni.
Arrivarono poi i campi estivi: partimmo da Saluzzo con il treno con destinazione Beulard, un paese prima di Bardonecchia. Attraversammo Saluzzo con mezzi e muli per raggiungere la stazione ferroviaria. La mula che portava la culla inferiore scappò e rientrò in caserma passando per la porta principale; le appostarono una campagnola davanti, ma lei la scavalcò ed entrò direttamente nella sua scuderia.Gli altri muli vennero trasportati sia con il treno che con i camion. A Beulard soggiornammo in una bellissima pineta nei pressi del fiume Dora che proveniva dalle cascate di Briancon sopra Bardonecchia. In quella zona partecipammo alla Scuola di tiro, dove ora sono allestite
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