Quando esco per la città di Racconigi

 

Sono anni, direi una vita, che ogni tanto esco o al mattino o al pomeriggio, due ore o tre, per la città di Racconigi. A mattina presto, comperate le sigarette da Curletto, il tabaccaio della piazza, ne fumo una ad ampi polmoni, passo dall’ex bar Rossini e prendo un caffè caldo, molto buono, perché, sentivo dire, un caffè dopo l’altro, una sigaretta dopo l’altra, in esagerazione, non fanno bene alla salute. Come se nello stomaco avessimo un lavandino per buttare giù bicchieri di vino, bibite, aranciate…Dopo la discussione con alcuni dei miei amici e con il marito della signora che ha la merceria in via Levis, magari prendo ancora un bicchiere di acqua minerale e vado a trovare l’amico Corrado, che ha una barberia. La discussione verte spesso su Renato Dalmasso, il mio amico che, purtroppo, è a Demonte, e ne sento la mancanza. Tante volte sto zitto, proprio nella barberia, quando sento una discussione nei dialetti napoletani e calabresi, con Corrado, poi con l’augurio di una buona mattina a tutti me ne esco e vado a fare una passeggiata. Tante persone ho conosciuto qui a Racconigi e conosco un’infermiera che ogni tanto insiste Mantelli, le offro un caffè io non mi oso le chiedo scusa e lei ma niente, un caffè glielo offro volentieri. Vado a trovare il calzolaio, compaesano di Fedora, e girando dall’angolo di San Giovanni dove c’è il supermercato sulla sinistra, accendo un'altra sigaretta, la terza o la quarta, e ritorno qui a casa. Al mattino, più o meno, qualche persona in giro c’è; al pomeriggio, quando ci sono i parenti, si esce in compagnia, tranne che non debba fare spese per i miei amici della Comunità, se no esco rarissimamente. Varie e svariate volte, a sera tardi, con il dottore Alessandro Vallarino, il sindaco, Bruno Crippa e tutto i resto della compagnia siamo andati in quel nuovo locale, El Quartin, e che cena! Alcune volte ottengo il permesso di andare a cena fuori e allora vado o al Barra di Ferro o al Castello, da Camisassa, qualche volta alla pizzeria I Cherubini di via Levis, faccio una cena a base di pesce, un quarto di vino bianco dolce, pugliese, un litro di acqua minerale, poi pago il conto, con la ricevuta, mi viene voglia di andare nel bar Maxi fino a tardi, poi penso è meglio che torno a casa presto se no la prossima volta non mi lasciano uscire. Giunto a casa fumo ancora due sigarette, magari sono le undici o le dieci, prendo le terapie, mi sveglio magari sognando, o anche una notte bianca senza sognare, tra le sette meno dieci e le sette e mezza. Alla sera delle altre volte che esco per Racconigi, facendo l’esame di coscienza, dico tra me e me è bella la vita così e poi, comportandosi bene, si ha sempre da guadagnare!

20 luglio 2001 Alessandro Mantelli                                                   indice