Ultimo episodio del teatro dei ragazzi e delle ragazze marchigiane

Assisi, lì nella rotonda del teatro, abbiamo atteso le nove e mezza, tutti zitti, la platea piena. Il prof. Minoia ci ha illustrato le due parti diverse dello spettacolo: si vedeva molto bene l’ospedale neuropsichiatrico di Volterra, proprio antico, un rettangolo di giardino con finestroni, porte, ricordi di tanti ammalati. Come diceva il prof. Minoia, gli ammalati sono oramai nelle loro comunità. Era tetro, dall’altra parte, con due porte lontanissime, nell’oscurità, e si vedeva il luogo dove gli ospiti soggiornavano, in un piccolo cortiletto; c’era un ammalato ospite che eseguiva i suoi disegni geometrici, di tante e svariate forme. Il graffito era enorme e suggestivo, ed un signore che pareva un architetto illustrava tutti quei disegni e quelle scritte, di una persona molto intelligente e col bernoccolo della geometria e della matematica. Era bello vedere quelle due ragazze in costume, con una parrucca: si assisteva ad una brillante recita. Nella penombra si vedeva una mano che arrivava da sinistra a destra, poi una forma di gigantomania che con effetti di luce sdoppiava ed ingrandiva una figura.

Scrosci di mani di tutti noi e le persone, in ultimo ci siamo presentati, e i ragazzi di Urbino sono stati molto contenti. Il prof. Minoia mi ha lasciato il suo indirizzo e la sua rivista: io penso, qualche volta gli scrivo e spero che lui abbia tempo per rispondermi.

In coronamento di questa bella, ultima serata, a mezzanotte e dieci ci siamo messi a tavola, al Germoglio, con i marchigiani, c’era anche il mio amico Michele Ruocco. Finita la cena, ci siamo salutati uno con l’altro, poi scoccavano le due e un quarto, i saluti ed i complimenti alle due attrici, poi sono corso alla Monviso, ho preso le gocce, conclusione di una giornata, ultima della rassegna, direi due volte completa.

Racconigi, 9 luglio 2001

Alessandro Mantelli                                                                                               indice